Bard arriva in Italia, ma forse sarà meglio attendere Gemini?

Nei giorni scorsi abbiamo assistito alla più grande espansione di Bard fino a questo momento: il chatbot di Google è infatti disponibile nella maggior parte del mondo e nelle lingue più diffuse, includendo così anche l’Italia e l’italiano. Ne abbiamo parlato con Giorgio Taverniti e Alessio Pomaro.

Martedì 18 Luglio 2023
Leonardo Galasso

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intelligenza artificiale

A partire dal 13 luglio 2023 Bard è disponibile in Italia, in tutta Europa e in Brasile, ed è capace di ascoltare, parlare, comprendere e scrivere con gli utenti in 40 nuovi linguaggi. Abbiamo discusso di quello che il product lead di Google Jack Krawczyk ha definito un “momento colossale per Google e per l'intera industria”, con Giorgio Taverniti, Co-founder, Head of SEO & AI Tech at Search On Media Group, Community Manager and Divulgator at WMF e Alessio Pomaro, Head of AI at Search On Media Group.

Durante la conferenza I/O degli scorsi 9 e 10 maggio, Google annunciò da Mountain View il lancio di Bard - il suo chatbot basato sull’AI generativa - in 180 paesi, specificando che non sarebbe stato disponibile in Europa e quindi in Italia. Questa decisione era la conseguenza di ostacoli linguistici e normativi che dovevano essere affrontati prima del suo arrivo sul mercato europeo. In ogni post di presentazione di nuovi servizi legati all'intelligenza artificiale, infatti, Google non manca di ricordare il proprio approccio “ambizioso e responsabile” all’AI.

“Questo è un approccio assolutamente corretto - ribadisce Pomaro - però credo che sia arrivato il momento di dare anche delle dimostrazioni di avanzamenti tecnologici. Questo lo dico dopo aver provato sia Bard che PaLM2, nell’interfaccia messa a disposizione nell’area Vertex AI di Google Cloud. Arriverà da Gemini la risposta? Credo che lo scopriremo presto”

Il rilascio di Bard in Europa e in più di 40 lingue, tra cui - oltre all’italiano - arabo, cinese, tedesco, hindi e spagnolo, “è di certo una grande notizia, perché permetterà a molte più persone di provare l’esperienza, e di conseguenza al sistema di migliorare più velocemente. Tuttavia, oltre a questo, sono state rilasciate (o sono in arrivo) nuove interessanti funzionalità”, spiega Alessio Pomaro. Vediamo, in una breve carrellata, quali sono le nuove features di quello che potrà diventare il nostro nuovo assistente:

  • Sintesi vocale: le risposte di Bard potranno essere ascoltate;

  • Risposte multiple;

  • Gestione delle conversazioni;

  • Utilizzo delle immagini come dato nel prompt (multimodalità);

  • Condivisione delle risposte;

  • Esportazione del codice.

Per me Bard in Italia è poco interessante. La versione attuale di Bard è indietro rispetto a GPT4. È interessante vedere che sono chiaramente in una fase esplorativa, vogliono essere in linea con la legge e aprono lentamente”, sottolinea Giorgio Taverniti. “Io aspetto il prossimo modello, ovvero Gemini. È lì che capiremo a che punto è Google con questa materia”

Un aspetto estremamente importante è che queste funzionalità cambiano il rapporto degli esseri umani con la ricerca. Al WMF - We Make Future l’argomento è stato ampiamente sviscerato, in particolare nello speech "Come la Google SGE e le altre esperienze cambieranno per sempre le ricerche degli esseri umani" tenuto da Taverniti.

I competitor non stanno a guardare

Le funzionalità di Bard sono davvero interessanti, ma sono all’altezza dello sviluppo che stanno conducendo i competitor?

“Sinceramente, mi sento di rispondere in modo negativo. Basta davvero eseguire pochissime interazioni con Bard e confrontarle con le medesime su ChatGPT di OpenAI o con Cloude di Anthropic per accorgersi quanto sono lontane le esperienze”, sottolinea Alessio Pomaro, che prosegue: “anche perché OpenAI e Anthropic non sono in attesa, e a loro volta stanno rilasciando funzionalità altrettanto straordinarie”.

Due recentissime novità hanno destato particolare interesse:

OpenAI ha rilasciato Code Interpreter, un sistema che permette a ChatGPT di creare ed eseguire autonomamente codice di programmazione per completare un task che gli viene dato. Il tutto con la possibilità anche di caricare un file di dati da elaborare”.

Anthropic ha rilasciato la versione 2 di Claude, il suo chatbot basato sull’AI generativa. Anche in questo caso la qualità raggiunta è molto interessante, oltre ad aver inserito nella loro proposta una finestra di token in input elevatissima (100.000 token)”.

Dove siamo diretti?

Sembra che la direzione tracciata dalle nuove tecnologie di AI sia in via di definizione, Alessio Pomaro e Giorgio Taverniti concordano sulle future modalità di interazione uomo-macchina: “Indipendentemente dallo stato dello sviluppo di uno o dell’altro servizio, queste nuove modalità cambieranno il rapporto delle persone con la tecnologia e con la ricerca. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che come ci hanno anticipato Google e Microsoft durante i loro recenti eventi, e come ci sta facendo già vedere Adobe, queste tecnologie saranno presto integrate negli ecosistemi più diffusi al mondo”, ci ricorda Pomaro.

La conclusione di Taverniti è fattuale: “Ci abitueremo ad avere un assistente. È questa la direzione per me. Con query specifiche, ricerche non tracciabili, non per forza passeremo da un browser”, a cui fanno eco le parole di Pomaro: “Ci abitueremo ad interagire con un assistente per ogni task che dovremo compiere, e la frammentazione aumenterà, perché le interazioni avverranno da sempre più touchpoint”.

È un mondo in rapida e continua evoluzione!


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